Stop ecocidio. Tutelare l’ambiente dalla guerra e dai conflitti armati

Roma (NEV), 5 novembre 2025 – Ogni anno la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ricorda la Giornata internazionale del 6 novembre (Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato) per mantenere sempre alta l’attenzione su uno degli effetti primari nei […]

Roma (NEV), 5 novembre 2025 – Ogni anno la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ricorda la Giornata internazionale del 6 novembre (Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato) per mantenere sempre alta l’attenzione su uno degli effetti primari nei conflitti: l’ecocidio.

Quest’anno, inoltre, la GLAM aderisce al comunicato congiunto insieme a Pax Christi e al Centro interconfessionale per la pace (CIPAX). Nel testo si sottolinea come, a 5 anni dalla scadenza dell’Agenda 2030 e in una fase di “accelerazione bellicista”, molti degli obiettivi dello sviluppo sostenibile restano disattesi o in ritardo. Inoltre, si denunciano la pressione del comparto militare industriale, lo sfruttamento dell’ambiente e la guerra come “ecocidio che gli stessi produttori di armi vogliono sempre più letale, pervasiva e permanente”, in nome di “odio e divisioni” che mettono a rischio gli ecosistemi, principalmente per accaparrare risorse ed energia. Leggi la Dichiarazione congiunta GLAM PAX CHRISTI CIPAX 6 novembre 2025.

Qui di seguito, invece, la riflessione della GLAM sul futuro prossimo del pianeta e sul rischio dei punti di non ritorno. Fra le altre cose, la GLAM ripete “Italia Ripensaci!”, affinché anche il governo italiano aderisca al Trattato di proibizione dell’uso delle armi nucleari.


6 novembre 2025 – Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato

“Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno? Tutto. La situazione è peggiorata e il declino veloce”.

Nel 2024 per la prima volta portavamo dati relativi all’ecocidio di Gaza. Numeri già allora allarmanti che oggi corrispondono ad una quasi totale distruzione del territorio destinato all’agricoltura. Ne è sopravvissuto l’1,5% che quantitativamente corrisponde a 232 ettari, contro i 15.000 iniziali. È stato distrutto il 90% dei terreni agricoli e difficile sarà, nelle condizioni in cui si trova la Palestina, poter mettere in produzione qualcosa su quel che resta, destinato alla sterilità in un contesto così pesantemente aggredito.  Anche l’habitat marino ha subito danni e ne subirà di peggiori nella fase di ricostruzione, quando tonnellate di macerie, indifferenziate, verranno gettate sul fondale per, come sembra da progetto, allungare la striscia di terra prospiciente il mare.

In questa fase drammatica non solo per il capitale umano massacrato e per le speranze future sempre più sfumate, ricercatrici e ricercatori del CNR che si occupano dello studio della biodiversità denunciano che attualmente sono stati superati nel mondo 6 dei 9 limiti planetari, che comprendono crisi climatica, modifiche del suolo, dell’acqua e tant’altro di cui guerreggiando non è stato messo in preventivo l’effetto. Le guerre in questo contesto accelerano il percorso verso un pianeta sempre meno ospitale. La terra è fragile ha bisogno di cura, cooperazione, strategie condivise per ripristinare uno stato di equilibrio, rientrare nei limiti della sostenibilità rapidamente. Invece siamo un’umanità frammentata ostaggio dei conflitti che cancellano ogni tentativo di recupero finora fatto. Se nei conflitti la vita umana è poco o niente tutelata, a maggior ragione lo è l’ambiente. Tutto è considerato un bene sacrificabile e a poco servono le leggi finora formulate per creare un argine alla distruzione. Tutti gli impegni internazionali per il raggiungimento degli  Obiettivi di sviluppo sostenibile sono compromessi, sospesi, ignorati e l’ecocidio avanza, come ombra di morte sulla terra.

Ma cosa significa oggi “ecocidio”?

Secondo la definizione data nel 2021 dal SEF – Stop Ecocide Fondation, è un danno che implica cambiamenti avversi molto significativi: distruzione o deterioramento di qualsiasi componente dell’ambiente, incluse ripercussioni sulla vita umana, risorse naturali e culturali e economiche. Un danno diffuso che valica i confini nazionali per invadere un intero ecosistema. Un danno duraturo ossia irreversibile che non può essere risanato in un tempo ragionevole, che invade la sua biosfera, criosfera, litosfera, idrosfera ed atmosfera.

Il negazionismo sugli effetti disastrosi di alcuni comportamenti umani non induce a ridurre l’impatto. In questi giorni USA e Cina hanno comunicato la ripresa dei test nucleari, un passo indietro pericoloso e inaccettabile e ancora una volta ripetiamo “Italia Ripensaci!”, affinché anche il nostro governo aderisca al Trattato di proibizione dell’uso delle armi nucleari.

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