La nuova edizione della “Charta Oecumenica”. Il commento di Luca Negro

Roma (NEV), 11 novembre 2025 – Pubblichiamo la trascrizione dell’intervento andato in onda nella rubrica «Il cammino verso l’unità» della trasmissione «Culto evangelico», Radio RAI 1, di domenica 9 novembre 2025. Le chiese europee prendono 68 impegni di Luca Maria Negro Il 5 novembre scorso, nella suggestiva cornice dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, è […]

Roma (NEV), 11 novembre 2025 – Pubblichiamo la trascrizione dell’intervento andato in onda nella rubrica «Il cammino verso l’unità» della trasmissione «Culto evangelico», Radio RAI 1, di domenica 9 novembre 2025.


Le chiese europee prendono 68 impegni

di Luca Maria Negro

Il 5 novembre scorso, nella suggestiva cornice dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, è stata firmata la nuova edizione della “Charta Oecumenica – linee guida per la crescita della collaborazione tra le Chiese in Europa”. La prima versione risaliva all’ormai lontano 2001; l’edizione aggiornata è stata firmata dai presidenti dei due organismi promotori: l’arcivescovo ortodosso Nikitas (Lioulias) di Thyateira e Gran Bretagna, presiedente della Conferenza delle chiese europee (KEK, che riunisce protestanti e ortodossi), e l’arcivescovo cattolico di Vilnius, Gintaras Grusas, a capo del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE).

La Charta Oecumenica è un breve documento che potremmo definire di «impegno ecumenico»: esso infatti indica una serie di impegni concreti che le chiese prendono per far avanzare la collaborazione ecumenica nel «Vecchio continente». Nella prima edizione questi impegni erano 26; nella prima bozza della nuova edizione, diffusa a luglio del 2024, erano più che raddoppiati (55). E dopo aver ricevuto, nei mesi seguenti, circa 70 reazioni e proposte di emendamenti da parte di chiese e organismi ecumenici, gli impegni comuni sono saliti addirittura a 68. Sessantotto «ci impegniamo» per fare dell’ecumenismo una preoccupazione non episodica ma continua e quotidiana nella vita delle chiese europee.

La nuova Charta Oecumenica rimane un documento snello, ma si arricchisce di nuovi paragrafi, dedicati ai giovani, ai migranti e rifugiati e ai problemi posti dalle nuove tecnologie; e di una serie di nuovi impegni. Ne cito alcuni «a caldo», in attesa che le chiese ne facciano un’analisi più puntuale. Sono da segnalare: l’impegno a leggere e studiare insieme la Bibbia e a favorire le traduzioni bibliche ecumeniche (§ 2); a denunciare tutti i comportamenti abusivi che avvengono nelle chiese, chiamando a risponderne sia i colpevoli che coloro che li proteggono (§ 4); a rinunciare al proselitismo nei confronti degli ebrei (§ 8), ad opporsi all’islamofobia e a promuovere il dialogo con i musulmani a tutti i livelli (§ 9); a promuovere l’istruzione interculturale e interreligiosa a sostegno del rispetto reciproco e della convivenza pacifica (§ 10); ad incoraggiare i processi di riconciliazione, dando priorità ad approcci nonviolenti alla risoluzione dei conflitti (§ 11).

Qualche neo della nuova Charta: come nella versione precedente, si dedica poco spazio al rafforzamento della posizione delle donne nella chiesa e nella società (§ 7); silenzio totale sulla questione dell’accoglienza delle minoranze sessuali. Infine, peccato che la firma della nuova Charta sia avvenuta in forma sostanzialmente privata, con un incontro riservato a pochi invitati e addirittura a porte chiuse. La tradizione del movimento ecumenico europeo invece – non solo in occasione della firma della prima Charta Oecumenica a Strasburgo, ma anche durante le tre Assemblee ecumeniche europee di Basilea, Graz e Sibiu – era quella di riservare sempre ampio spazio alla partecipazione del «popolo ecumenico». Resta comunque l’impegno, esplicitato al § 5 della Charta, a «favorire e sostenere reti ecumeniche, comunità religiose e movimenti di base».


Sul tema, leggi anche: Charta Oecumenica, ieri e oggi – Riforma.it il commento del pastore Peter Ciaccio

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