Come il mondo interagisce con la Bibbia

La Società Biblica ha pubblicato un’analisi estesa su come cultura, religione, politica ed economia influenzino il rapporto con le Sacre Scritture in tutto il mondo. Il rapporto, intitolato Patmos Typology Report (https://patmos.bfbs.org/Patmos-the-report), sviluppato con la collaborazione delle United Bible Societies e basato sui dati analitici di Gallup (società di analisi e consulenza statunitense molto conosciuta…

Come il mondo interagisce con la Bibbia

12 Novembre 2025

by Redazione

Un nuovo studio globale firmato dalla Bible Society mette in luce le condizioni che aiutano o ostacolano le persone a relazionarsi alle Scritture

La Società Biblica ha pubblicato un’analisi estesa su come cultura, religione, politica ed economia influenzino il rapporto con le Sacre Scritture in tutto il mondo. Il rapporto, intitolato Patmos Typology Report (https://patmos.bfbs.org/Patmos-the-report), sviluppato con la collaborazione delle United Bible Societies e basato sui dati analitici di Gallup (società di analisi e consulenza statunitense molto conosciuta a livello mondiale per i suoi sondaggi di opinione pubblica, ndr.), esamina 85 Paesi e territori attraverso sette “cluster” (raggruppamenti) missiologici” che evidenziano opportunità e ostacoli attuali per il lavoro biblico. 

Il rapporto si basa sui risultati di uno studio precedente pubblicato ad aprile di quest’anno – il Patmos World Bible Attitudes Survey – il più ampio nel suo genere, che ha raggiunto oltre 91.000 persone. Quella ricerca aveva rivelato che una netta maggioranza delle persone nel mondo crede in Dio o in una potenza superiore, con cinque dei sette cluster globali che indicano come la religione continui a essere importante nella vita quotidiana. Aveva inoltre evidenziato un’impressionante apertura verso la Bibbia: tra i non cristiani, uno su dieci ha manifestato interesse a conoscerla meglio.  

Insieme, il sondaggio e la nuova ricerca spostano la conversazione oltre il semplice accesso alle Scritture, mettendo in luce le condizioni specifiche che aiutano – o ostacolano – le persone a leggere, fidarsi e applicare la Bibbia.  

Il nuovo rapporto va oltre i numeri, raggruppando i Paesi in sette profili tipologici (cluster). In alcune regioni a maggioranza musulmana, ad esempio, il cristianesimo resta una minoranza resiliente ma con accesso limitato alle Scritture. In altre, come l’Europa o il Nord America, il possesso della Bibbia è diffuso, ma cresce la percezione che sia “superata” o “irrilevante”. In America Latina e in Africa, invece, la Bibbia continua a essere parte viva della cultura e della comunità, anche se i giovani chiedono un linguaggio nuovo, capace di connettersi alle loro sfide quotidiane.

«Un coinvolgimento efficace con la Bibbia richiede che comprendiamo il nostro contesto specifico – ha commentato Rich Powney, responsabile della ricerca per la Società Biblica –. Questo rapporto ci aiuta a vedere dove il terreno è fertile e dove, invece, serve ancora prepararlo». 

Il rapporto conclude: «La capacità di accedere alla Bibbia è un passo vitale, ma non è quello finale. In ogni contesto troviamo un bisogno condiviso: che le Scritture siano rese note in modi che parlino al cuore, alla mente e alla vita delle persone. La nostra speranza è che questa ricerca diventi non solo uno strumento per comprendere, ma per agire; che possa ispirare le Bible Societies, le reti ecclesiali e le agenzie missionarie ad innovare, collaborare e pregare con visione rinnovata. Insieme possiamo avvicinarci a un mondo dove ognuno, in ogni contesto, incontri la Bibbia, ne esplori il significato e sperimenti il suo potere di trasformare le vite».

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