USA. “Gesù colpito con gas lacrimogeni a Broadview”

Roma (NEV), 14 novembre 2025 – “Dio non benedice le gabbie. Dio non autorizza le retate. Dio esige la libertà”. Queste sono le parole con cui diversi leader religiosi di tutte le tradizioni si stanno riunendo a Chicago per dire basta alle retate di arresti di persone migranti da parte di agenti dell’Immigration and Customs […]

Roma (NEV), 14 novembre 2025 – “Dio non benedice le gabbie. Dio non autorizza le retate. Dio esige la libertà”. Queste sono le parole con cui diversi leader religiosi di tutte le tradizioni si stanno riunendo a Chicago per dire basta alle retate di arresti di persone migranti da parte di agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE – l’agenzia federale americana che si occupa di applicare le leggi sull’immigrazione e sulla sicurezza nazionale).

Oggi l’appuntamento è presso la struttura detentiva Broadview.

Dopo l’arresto di diversi ministri di culto durante delle proteste, infatti, la mobilitazione delle comunità di fede si è ampliata. Quasi 300 leader religiosi di varie confessioni – metodisti, cattolici, presbiteriani, luterani, mennoniti, episcopaliani e altri – hanno firmato una lettera intitolata “Gesù colpito con gas lacrimogeni a Broadview”. Nella lettera si denuncia la violenza contro i manifestanti e la “caccia” alle comunità immigrate. Pastori come Hannah Kardon e David Black hanno subito arresti e aggressioni durante le preghiere di protesta.

In un video girato da un giornalista dell’agenzia indipendente Unraveled, pubblicato qui, si vede una fila di agenti di polizia con i manganelli camminare verso i manifestanti.

Il filmato mostra la pastora con le mani alzate in preghiera, la carica della polizia e lei gettata a terra.

La resistenza religiosa, sostenuta anche da figure accademiche ed ecclesiali, si ispira all’esempio di Martin Luther King rivendicando la difesa della dignità umana, in una protesta di fede e diritti civili. Broadview sta diventando così simbolo di solidarietà interconfessionale e la protesta si diffonde anche tramite i social con gli hashtag #GodDemandsFreedom, #FaithOverFear, #NoMoreAbductions.

Solo due giorni fa, diversi pastori metodisti hanno manifestato in aula durante un processo ad alcuni attivisti, richiamando il principio del “connessionismo”: se colpisci uno, colpisci tutti. “If you come for one United Methodist, you have come for all of us” ha detto la pastora Lindsey Long Joyce, che era fra i sostenitori degli imputati. I pastori hanno anche denunciato la negazione di riti religiosi ai detenuti, come ad esempio la possibilità di fare la santa cena o la comunione.


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