«Oggi realizziamo il sogno di Teofilo Santi»

Mercoledì 12 novembre si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della nuova sede dell’Ospedale Evangelico Betania (Ponticelli, Na), che ospiterà gli uffici amministrativi, e della posa della prima pietra che ha dato simbolico avvio ai lavori di ampliamento della storica struttura sanitaria. Nella ampia sala conferenze della nuova sede – intitolata a Sergio Nitti, presidente…

«Oggi realizziamo il sogno di Teofilo Santi»

17 Novembre 2025

by Marta D'Auria

Intervista al presidente della Fondazione Betania sull’inaugurazione dei nuovi spazi dell’ospedale evangelica di Ponticelli (Napoli)

Mercoledì 12 novembre si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della nuova sede dell’Ospedale Evangelico Betania (Ponticelli, Na), che ospiterà gli uffici amministrativi, e della posa della prima pietra che ha dato simbolico avvio ai lavori di ampliamento della storica struttura sanitaria. Nella ampia sala conferenze della nuova sede – intitolata a Sergio Nitti, presidente della Fondazione Betania per 30 anni, scomparso nel 2020 –, i numerosi presenti tra personale, rappresentanti delle istituzioni e delle chiese evangeliche fondatrici dell’Ospedale, hanno ascoltato gli interventi di: Vincenzo Bottino, direttore generale dell’ospedale, Alessandra Trotta moderatora della Tavola valdese, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, e il dott. Domenico Vincenzi, presidente della Fondazione evangelica Betania, ente proprietario dell’opera evangelica, appartenente alle chiese protestanti napoletane (apostolica, avventista, battista, Esercito della Salvezza, luterana, metodista e valdese). A margine dell’evento, abbiamo rivolto alcune domande al dottor Vincenzi.

Cosa significa questa giornata per la Fondazione Betania e per la comunità che rappresenta?

«La giornata di oggi ha rappresentato l’inizio di una nuova fase dell’Ospedale, incentrata su sviluppo, innovazione e modernità, fermi i valori di cura, accoglienza e solidarietà che costituiscono la stella polare della nostra missione di testimonianza evangelica sul territorio. L’obiettivo è anche quello di rafforzare i progetti di medicina solidale della Fondazione».

Il progetto di ampliamento dell’ospedale è un sogno che la Fondazione coltiva da molti anni. Cosa ha permesso finalmente di arrivare a questo traguardo?

«Oggi realizziamo uno dei sogni di Teofilo Santi, il fondatore dell’Ospedale. Già nel 1978 il dottor Santi immaginava un ampliamento della struttura, per far fronte alle esigenze del territorio ed alla cronica carenza di posti letto a Napoli. La storia dell’ampliamento ha attraversato gli ultimi 30 anni della vita dell’Ospedale, con progetti iniziati, sulla carta, abbandonati, poi ripresi, rimodulati, fino a circa 2 anni e mezzo fa, quando la possibilità della sua realizzazione sembrava definitivamente tramontata, anche perché ad un certo punto si era messa in discussione la sopravvivenza stessa dell’ospedale, che attraversava un difficile periodo di crisi economica-finanziaria. Grazie alla determinazione del Consiglio direttivo della Fondazione e del management abbiamo innanzitutto messo in campo un progetto di ristrutturazione aziendale, di contenimento dei costi e di riequilibrio economico-finanziario e questo ci ha permesso, grazie anche al fondamentale contributo della Tavola Valdese, di rimodulare il progetto dell’ampliamento sulla base delle reali esigenze dell’ospedale, con un investimento più contenuto rispetto ai progetti precedenti».

Quali sono le novità che i cittadini potranno aspettarsi, sia in termini di servizi sanitari che di attenzione alla persona?

«Le principali novità riguardano l’installazione della risonanza magnetica, la ristrutturazione del blocco operatorio, con la creazione di una sala ibrida e di una sala robotica, la creazione di due ambulatori chirurgici per gli interventi a bassa intensità, la creazione di una nuova endoscopia con due colonne endoscopiche che consentirà di abbattere le liste d’attesa, e l’implementazione dei progetti di medicina solidale e di prevenzione».

L’Ospedale Betania ha radici profonde nel territorio e un’identità evangelica che lo caratterizza da sempre. In che modo questi elementi continuano a orientare le scelte e le priorità dell’ospedale oggi?

«La nostra azione ed i nostri progetti sono e continueranno sempre ad essere orientati dalla nostra identità evangelica. Non perseguiamo la logica del profitto, le nostre tariffe per le prestazioni non convenzionate sono le più basse in Campania, preserviamo e garantiamo quell’approccio olistico alle cure che rappresenta il valore fondante della nostra opera».

Lei è presidente della Fondazione da alcuni anni: cosa rappresenta vedere partire proprio ora questo progetto tanto atteso e importante per il futuro dell’ospedale?

⁠«Quando nel giugno 2023 sono stato eletto Presidente della Fondazione era un momento delicato per l’ospedale che nei tre anni precedenti aveva subito forti perdite, anche a causa del Covid che ha ovviamente rallentato e, in alcuni momenti, fermato del tutto la normale attività ospedaliera. Ma ho sempre creduto che il futuro dell’Ospedale e la sua sopravvivenza fossero strettamente dipendenti non solo da una fase di ristrutturazione aziendale, ma anche da un progetto di sviluppo delle attività e di ampliamento dei servizi. Veder partire questo progetto per me è quindi motivo di grande orgoglio e soddisfazione».

Che augurio sente di fare al personale e alla comunità che ruota intorno all’Ospedale Evangelico Betania?

«Il personale è consapevole che l’ampliamento consentirà di migliorare la qualità del lavoro, anche in termini di confort dell’ambiente di lavoro stesso. Il mio augurio è che si rafforzi, sia con il personale che con il territorio, il senso di identità e di appartenenza che fa dell’Ospedale una grande famiglia».

Foto di Michele Attanasio
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