Venezuela. Liberato Camilo Castro, il Trentini francese. 

Camilo Castro, cittadino francese, è stato liberato dal carcere venezuelano dove era detenuto dal 26 giugno scorso, anche lui, come Alberto Trentini senza specifico capo di imputazione.  La sua situazione era stata denunciata da Amnesty International che aveva denunciato il tentativo di usare cooperanti e volontari come ostaggi.

Venezuela. Liberato Camilo Castro, il Trentini francese. 

18 Novembre 2025

by Redazione

«Quanto ancora dovranno aspettare i familiari di Alberto?»

Camilo Castro, cittadino francese, è stato liberato dal carcere venezuelano dove era detenuto dal 26 giugno scorso, anche lui, come Alberto Trentini senza specifico capo di imputazione. 

La sua situazione era stata denunciata da Amnesty International che aveva denunciato il tentativo di usare cooperanti e volontari come ostaggi. 

«La Francia – ha scritto il coordinatore nazionale Giuseppe Giulietti di Articolo21.org –, ha ottenuto la liberazione, pur senza riconoscere il processo elettorale che ha visto la contestata vittoria di Maduro, ma ha invece manifestato la sua contrarietà alla invasione del Venezuela da parte di Trump. Non si tratta di una dichiarazione particolarmente dura, perché i venti di guerra di Trump non hanno l’appoggio internazionale, non sono stati condivisi dall’Onu, anzi le organizzazioni internazionali, pur condannando Maduro per il mancato rispetto dei diritti umani, non confermano nessuno dei dossier preparati da Trump; per la verità non concordano decine di generali e strateghi militari degli Stati Uniti.

La Francia, dunque, dicendo «cose ovvie e scontate ha permesso la liberazione di un cittadino. E il governo italiano? Dopo aver ballato e cantato sul palco napoletano, troverà modo di fare altrettanto? Riusciranno ad aver un ricordo della autonomia nazionale e della indipendenza da Trump? Quanto ancora dovranno aspettare Alberto Trentini e i suoi familiari?».

Alberto Trentini, cooperante italiano di 46 anni originario del Lido di Venezia, è stato arrestato in Venezuela il 15 novembre 2024 mentre era impegnato in una missione umanitaria con l’ONG Humanity & Inclusion. Il suo arresto è avvenuto senza contestazione chiara di accuse: «è stato fermato – ricorda ancora Articolo21.org – durante un controllo mentre viaggiava da Caracas a Guasdalito. 

Da allora è detenuto nella prigione di El Rodeo I, nella periferia di Caracas, in condizioni di isolamento e senza poter comunicare regolarmente con la famiglia o gli avvocati. Trentini soffre di ipertensione e ha accesso limitato alle cure mediche, con gravi rischi per la sua salute».

Il 15 novembre scorso, la mamma, Armanda Colusso, ha parlato della vicenda in una conferenza stampa a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, organizzata insieme ad Articolo 21.

«Fino ad agosto il nostro governo non aveva avuto alcun contatto col governo venezuelano. E questo dimostra quanto poco si sono spesi per mio figlio», ha detto la signora Colusso proseguendo: «Sono qui, dopo 365 giorni, per esprimere la mia indignazione. Per Alberto – ha aggiunto – non si è fatto ciò che era doveroso fare. Sono stata troppo paziente e educata, ma ora la pazienza è finita».

In dodici mesi, ha ricordato in conferenza, ha ricevuto soltanto tre telefonate dalla premier Meloni e due incontri con Mantovano, con cui tuttavia prosegue un contatto costante. Come prosegue il contatto con l’inviato speciale per gli italiani in Venezuela, «inviato sempre disponibile” prosegue la mamma di Trentini.

Trentini ha potuto chiamare la sua famiglia solo tre volte nell’anno di detenzione. 

L’ultima telefonata, risale al 10 ottobre 2025, la più recente e significativa: Trentini ha rassicurato i familiari sul suo stato di salute, ha raccomandato ai genitori di prendersi cura l’uno dell’altro e ha espresso gratitudine verso chi lo sostiene. 

Anche il nostro settimanale Riforma – Eco delle valli valdesi è vicino al cooperante e chiede che si proseguano tutti gli sforzi con interventi mirati al fine della sua liberazione.

Amnesty International nel suo rapporto Detentions without a trace sottolinea come la detenzione di Trentini rientri nel quadro più ampio di sparizioni forzate e arresti arbitrari compiuti dalle forze di sicurezza venezuelane.

A livello diplomatico, scrive ancora Articolo21, «L’Italia non ha riconosciuto il governo Maduro a seguito delle contestate elezioni, mantenendo un incaricato d’affari anziché un ambasciatore a Caracas, ma continua a sollecitare la liberazione tramite canali diplomatici e rappresentanze internazionali. Il lavoro diplomatico italiano è però complicato dal contesto internazionale teso e dalla volontà del regime venezuelano di usare la situazione per pressioni politiche, ma le autorità italiane insistono nel richiedere rispetto dei diritti umani e trasparenza sul caso Trentini. Parallelamente, la diplomazia vaticana e la Comunità di Sant’Egidio sono attive su fronti di mediazione».

Il Venezuela vive una profonda crisi politica, economica e sociale, aggravata da tensioni militari crescenti con gli Stati Uniti, che dispiegano frequenti operazioni navali nei Caraibi, aumentando la pressione sul regime di Caracas: «Questi fattori rendono difficili le mediazioni dirette e creano un clima di diffidenza e di strumentalizzazione dei detenuti politici, come Trentini, che divengono pedine in una complessa strategia di pressione internazionale.

Il regime venezuelano, pur aprendo a visite consolari e negoziati, usa la detenzione di cittadini stranieri anche per fini politici o per trattative multilaterali con attori internazionali come Russia, Cina, Cuba e Turchia, rendendo la situazione diplomatica molto intricata. È quella che viene definita “diplomazia degli ostaggi”».

Foto: articolo21
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