Agricoltura alle prese con il clima

In occasione dell’11 novembre, San Martino, tradizionale data di termine dell’annata agraria, le organizzazioni agricole fanno il punto sulla situazione del comparto. I dati elaborati dal responsabile economico di Coldiretti Piemonte, Franco Ramello, evidenziano come la nostra produzione di cibo sia sempre più influenzata da cambiamento climatico, da effetti di crisi geoeconomiche e da…

Agricoltura alle prese con il clima

19 Novembre 2025

by Piervaldo Rostan

Un bilancio della stagione appena conclusa

In occasione dell’11 novembre, San Martino, tradizionale data di termine dell’annata agraria, le organizzazioni agricole fanno il punto sulla situazione del comparto.

I dati elaborati dal responsabile economico di Coldiretti Piemonte, Franco Ramello, evidenziano come la nostra produzione di cibo sia sempre più influenzata da cambiamento climatico, da effetti di crisi geoeconomiche e da speculazioni internazionali.

Coldiretti Torino ricorda che l’agricoltura del territorio è produzione di cibo, è distribuzione per vendita diretta o per conferimento alla catena della distribuzione, è sicurezza alimentare, è paesaggio, è qualità della ristorazione, è cura dell’ambiente e del territorio, è presidio nelle zone rurali, è servizi multifunzionali dalle fattorie didattiche alle aziende agricole sociali, dagli agriasili agli agriturismi.

I dati 2025 mettono in luce una carenza di produzioni locali, in particolare di carne e di latte, così come una carenza di cereali. 

Le imprese agricole attive di Torino e provincia sono 11.094 con una prevalenza nella produzione di fonti primarie di proteine animali, seguita dalla produzione di cereali e dall’ortofrutta. In quasi assoluta prevalenza si tratta di coltivatori diretti con aziende a conduzione familiare che vivono sul territorio da generazioni. 

La composizione cambia con una crescita delle aziende agricole condotte da donne (oltre il 30%) e con un ricambio generazionale in atto (oltre il 40% under 40).

Ma il numero è in vistoso calo: in 10 anni il numero è sceso del 10%.

Sia le produzioni vegetali sia quelle animali risentono sempre più dei fenomeni legati al clima sempre più caldo. I danni si sono visti soprattutto su cereali e orticole per grandinate, bombe d’acqua e venti di tempesta.

Il caldo di fine primavera e inizio estate ha prodotto fenomeni di scottatura della frutta, anche se in misura minore rispetto all’anno scorso.

Importante anche l’arrivo massiccio di parassiti che hanno colpito i vegetali e problemi per la zootecnia.

Il settore frutticolo continua a dipendere da quotazioni insufficienti anche se migliorate. La zootecnia vive un momento di remunerazione interessante ma che risente dei costi altissimi di produzione. 

Per la nostra vitivinicoltura l’annata è da considerarsi buona anche se con vistosi cali locali di produzione dovuti ai parassiti. Ma il settore del nostro vino deve confrontarsi con lo spauracchio dei dazi Usa e i cambiamenti degli scenari delle esportazioni.

Ancora un’annata con il segno positivo per il comparto del latte vaccino nazionale e anche piemontese. In termini di volumi la produzione piemontese nel periodo ottobre 2024/settembre 2025 (ultimi dati disponibili) si conferma sugli stessi livelli dello scorso anno a 1,2 milioni di tonnellate. Il Piemonte rimane il quarto produttore nel panorama nazionale, dopo Lombardia, Emilia Romagna e non molto distante dal Veneto. Il Piemonte rappresenta il 9% della produzione italiana. Nella nostra regione sono quasi 1.300 (1.271) gli allevamenti specializzati nella produzione di latte vaccino, l’80% concentrato nelle province di Cuneo (526) e Torino (487) e che producono rispettivamente il 57% e il 29% del latte piemontese.

Infine, se gli effetti dei cambiamenti climatici nelle ultime annate hanno impattato pesantemente sulla produzione piemontese di miele, il fattore meteo nel 2025, dopo un inizio incerto di annata, si è rivelato inaspettatamente favorevole per lo sviluppo delle fioriture e quindi per l’apicoltura. 

Quest’anno si registra un’inversione di tendenza rispetto a quello che è ormai un decennio contrassegnato da produzioni scarse o addirittura inesistenti, che hanno inciso duramente sul settore determinando addirittura la chiusura di alcune aziende.

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