Trubar riformatore e padre della lingua slovena

«Nel 1586, il dirigente ecclesiastico württemberghese Giacomo Andreae officiò i funerali del predicatore sloveno Primož Trubar, che aveva passato gli ultimi 20 anni della sua vita come parroco luterano della chiesa di Derendingen, vicino a Tübingen. Per la predicazione funebre Andreae scelse il passo della II Timoteo 4, 7s., inteso come sintesi dell’esistenza terrena…

Trubar riformatore e padre della lingua slovena

20 Novembre 2025

by Mario Colaianni

Un convegno a Gorizia nell’anno in cui la città è, insieme a Nova Gorica, capitale europea della cultura

«Nel 1586, il dirigente ecclesiastico württemberghese Giacomo Andreae officiò i funerali del predicatore sloveno Primož Trubar, che aveva passato gli ultimi 20 anni della sua vita come parroco luterano della chiesa di Derendingen, vicino a Tübingen. Per la predicazione funebre Andreae scelse il passo della II Timoteo 4, 7s., inteso come sintesi dell’esistenza terrena del defunto: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione”».

Con queste parole il decano della Facoltà valdese di Teologia Lothar Vogel ha introdotto il suo intervento sul riformatore sloveno Primož Trubar (1508-1586) nel convegno tenutosi sabato 25 ottobre presso la chiesa metodista di Gorizia. Oltre al prof. Vogel, al convegno moderato dal pastore Jens Hansen sono intervenuti la dott.ssa Klaudjia Sedar dell’istituto Zavod Primoža Trubarja di Murska Sobota (vicino al confine ungherese) e il dott. Peter Primožič del Forum Trubar di Idria. L’amministrazione comunale ha portato i suoi saluti tramite l’assessora con delega a “Gorizia – Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025”, Patrizia Artico, la quale ha ricordato come il dialogo sia l’unica soluzione possibile per creare un programma condiviso in un territorio la cui diversità, anche da un punto di vista religioso, è una ricchezza, e nel quale Trubar è di fondamentale importanza. L’assessora ha ribadito l’importanza di lavorare insieme per costruire un futuro basato sul dialogo e sulla pace.

L’intervento di Klaudjia Sedar si è focalizzato sull’importanza della figura di Trubar per il popolo sloveno. Proprio a Gorizia Trubar ha predicato come primo vescovo della chiesa evangelica della Slovenia e di fronte a un clero che era prevalentemente tedesco ha trovato il modo per unificare la lingua slovena. Dalla forma parlata ha posto le basi per la lingua scritta: le sue prime pubblicazioni nel 1550, il Katekizem (Catechismo) e l’Abecedarium. A questi seguirono numerose pubblicazioni, traduzioni in lingua slovena del Nuovo Testamento e dei Salmi, oltre a opere di Lutero e di altri Riformatori. Dare forma scritta alla lingua parlata dalle diverse fasce della popolazione, tra cui i contadini delle aree interne, significava per Trubar permettere a tutti di accedere direttamente alla Scrittura.

L’intervento di Peter Primožič si è invece concentrato sul libro della Concordia del 1580, una raccolta di testi religiosi e dogmatici luterani (tra questi il “Piccolo” e “Grande Catechismo”, la confessione di Augusta, gli articoli di Smalcalda, la Formula di Concordia) che mirava a unificare le diverse posizioni teologiche emerse dopo la morte di Martin Lutero. Trubar, che si collocava sulle posizioni di Melantone, diffonde il testo traducendolo anche in lingua croata, con la speranza di portare il clero verso la Riforma. In realtà forte sarà l’influenza della Controriforma nel Friuli, nella Carniola e in Istria e solo nella seconda metà del 1800 Primož Trubar verrà riscoperto e valorizzato.

Il prof. Vogel ha dedicato il proprio intervento all’attività di Trubar in Germania, dove si era rifugiato. Ha ricordato la formazione di Trubar, che ha avuto luogo tra la Carniola (un ducato appartenente alle “terre ereditarie” della Casa d’Asburgo), Rijeka e la scuola del monastero di S. Pietro di Salisburgo, dove era allora abate Johann von Staupitz, il maestro di Lutero. Arrivato in Germania Trubar segue le chiese di Norimberga prima e poi Kempten, due città di chiaro orientamento luterano, mentre gli ultimi vent’anni di vita li spende nel Württemberg. Nella Germania meridionale Trubar stampa i libri più importanti per la letteratura slovena, già citati prima: il catechismo, l’Abecedarium, il Nuovo Testamento. Vi è un’opera missionaria e Trubar scrive «Ogni cristiano beato e ragionevole capirà facilmente che questa nostra opera nuova di traduzione e stampa slovena e croata non è stata intrapresa inavvedutamente, per ambire a vana gloria o per interessi personale, ma per la speranza che, con la grazia di Dio, possa essere ristabilita, rinnovata e allargata la fede giusta, antica, cristiana…».

A conclusione del proprio intervento, Vogel ha ricordato come sino alla morte Trubar mantenne relazioni con la propria patria: fu stampata anche l’orazione funebre pronunciata in occasione dei suoi funerali, e ciò ci fa comprendere come «Trubar non morì in esilio da persona emarginata, ma come predicatore rinomato e rispettato, portatore di una progettualità ecclesiastica importante». 

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