William Burt e l’Italia

Il 18 novembre si è svolto il consueto convegno annuale di Studi promosso dal Centro di  Documentazione Metodista (CDM) in collaborazione con Sapienza – Università di Roma. Tra i relatori, Anthony D’Elia, della Bridwell Press, TX; Ashley Bogan, direttrice degli archivi della United Methodist Church degli USA; Marco  Novarino, dell’Università di Torino. L’incontro si…

William Burt e l’Italia

24 Novembre 2025

by Redazione

Studi metodisti. Convegno internazionale alla Sapienza

Il 18 novembre si è svolto il consueto convegno annuale di Studi promosso dal Centro di  Documentazione Metodista (CDM) in collaborazione con Sapienza – Università di Roma. Tra i relatori, Anthony D’Elia, della Bridwell Press, TX; Ashley Bogan, direttrice degli archivi della United Methodist Church degli USA; Marco  Novarino, dell’Università di Torino. L’incontro si inserisce in un progetto di collaborazione avviato quindici anni fa che comprende, oltre all’organizzazione di Convegni e seminari, anche lo sviluppo di specifici progetti di ricerca affidati a giovani ricercatori e supervisionati da docenti della Sapienza o di altre Università italiane e internazionali. “È il valore aggiunto di questo progetto – ha sottolineato il presidente dell’OPCEMI, pastore Luca Anziani – che oltre a valorizzare giovani studiosi offre una sguardo ‘esterno’ alla storia del movimento evangelico ed a quella, più specifica, del metodismo italiano e internazionale.

Il Convegno ha pienamente confermato questa impostazione, proponendo le conclusioni di una ricerca coordinata da Massimo Di Gioacchino, docente alla New York University e da tempo collaboratore del CDM, dedicata a un grande personaggio del metodismo internazionale: il vescovo William H. Burt ricordato da una colonna, purtroppo “decapitata” del busto che avrebbe dovuto sorreggere, ben evidente all’ingresso del Palazzo Metodista di via Firenze 38. La costruzione e l’inaugurazione di quel complesso che comprende anche la Chiesa di via XX settembre e nella quale hanno sede vari uffici del protestantesimo italiano, è uno dei risultati dell’opera di Burt. Se ne è parlato il 20 settembre scorso, in occasione dei 150 anni dall’inaugurazione dell’edificio, alla presenza del presidente della Repubblica. Ma l’opera “italiana” di Burt, animatore di un progetto metodista globale che spaziò dalla Grecia alla Svizzera, dall’India all’Africa, andò ben oltre la costruzione di quel tempio. Come ha puntualmente documentato nella sua relazione Massimo Di Gioacchino,  lo confermano le carte dello stesso Burt, che  proprio grazie alla collaborazione con la Bridwell Press a breve saranno a disposizione in open access. 

Burt arrivò in Italia nel 1885, inviato “speciale” con il compito di redimere alcune tensioni scoppiate all’interno della missione italiana della Chiesa Metodista degli USA. A prezzo di qualche rottura con pastori che avevano collaborato con il suo predecessore, Timothy Vernon, Burt perseguì con coerenza un preciso progetto evangelistico: l’Italia, ancora assoggettata al potere culturale e religioso della Chiesa cattolica, poteva e doveva essere convertita all’Evangelo. Perché questo accadesse occorreva una nuova classe dirigente, colta, “laica” ed orientata verso la democrazia liberale. Per perseguire questo ambizioso obiettivo, egli cercò delle alleanze che non fu facile trovare, neanche nel piccolo e ben diviso mondo evangelico italiano. Puntò allora sui circoli anticlericali e la massoneria che, se pure accolsero l’idea di una collaborazione, avevano ben altra prospettiva che quella di “evangelizzare l’Italia”. Tuttavia, l’indubbia capacità di fundraising e di presentare ai donatori internazionali un avvincente programma per la civilizzazione e l’evangelizzazione dell’Italia, gli consentirono di mettere mano a importanti progetti, alcuni dei quali si realizzarono proprio a Roma.

Nella giornata di studio in Sapienza  sono stati presentate le ricerche condotte attorno a due di essi: il campus di livello accademico realizzato a Monte Mario, su cui ha relazionato Francesca Campigli,  e l’Istituto “per signorine” Crandon, studiato da Marco Grifo. Per quanto diverse, queste due opere riflettevano bene l’intenzione burtiana di formare menti aperte, libere e pronte ad assumersi responsabilità pubbliche  in una “nuova” Italia. La Prima guerra mondiale, la crisi finanziaria del 1929 ed ovviamente il fascismo misero in crisi questo impianto e l’intero progetto iniziò a mostrarsi sempre meno sostenibile e forse plausibile, fino a chiudere i battenti già prima dello scoppio della II guerra mondiale. Moderato da Luca Castagna dell’Università di Salerno e da Giancarlo Rinaldi dell’Orientale di Napoli, è seguito un dibattitto che ha confermato la forza di quel “Grand Dessein”,  come lo definì Giorgio Spini, che animò almeno due generazioni di evangelici e che forse con troppa leggerezza la storiografia ha definito “velleitario” e “fallimentare”. 

D’altra parte – è stato rilevato da Paolo Naso nel corso delle conclusioni – la storia della democrazia, delle libertà e della testimonianza dell’Italia evangelica  si è costruita anche grazie a tentativi “utopistici”  e  di breve durata ma carichi di idealità e  animati da una convinta  visione morale o religiosa. E  forse è meglio prendere atto della crisi di un progetto ideale  che rinunciare a pensarlo e a provare a realizzarlo”.

Tutti materiali presentati nel corso del convegno saranno pubblicati da Carocci, l’editore che ha curato i vari volumi prodotti dal CDM. I materiali di ricerca saranno disponibili online grazie alla collaborazione con le edizione Bridwell dell’Università del Texas. In occasione del Convegno è stato anche presentato il volume che raccoglie i materiali del precedente incontro promosso dal CDM: Metodisti e Mezzogiorno, pubblicato da Carocci e curato da Giamaica Mannara, borsista di ricerca in forza al CDM. 

Per pura coincidenza, nella pausa pranzo i partecipanti al Convegno hanno potuto visitare una mostra su Martin Luther King allestita all’Interno della Sapienza, frutto di una ricerca che ha coinvolto, vari studiosi italiani ed americani. Un altro ponte tra l’Italia e gli USA, idealmente non troppo diverso da quelli costruiti da William Burt.  

 
Nella foto la chiesa metodista di via XX settembre a Roma
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