The End? No!

Ricordo mio padre che, le volte che in famiglia vedevamo un film americano e al termine compariva la scritta “The ...

Ricordo mio padre che, le volte che in famiglia vedevamo un film americano e al termine compariva la scritta “The end”, lui la pronunciava in un inglese davvero maccheronico, e quando cercava di correggersi, in casa ridevamo tutti, e lui con noi! Uomo d’altri tempi, con la terza elementare, ma una vita di fatica tutta da stimare. “The end”, fine della storia e noi ridevamo tutti. Ci sono storie però per le quali c’è poco da ridere, storie che sembrano avere già scritte dall’inizio la parola Fine. Sono storie di lutto, di abbandono, di malattia in cui regnano disperazione e dolore. Non tutti trovano la forza di reagire o uno scopo per vivere e magari per confidare in Dio. Se poi sei giovanissimo sembra che la vita sfugga dalle mani e tutto sia come affrontare una dura salita, impossibile da scalare.

Gesù è venuto a portare luce tra le tenebre, a dare la vista al cieco e la possibilità di camminare allo zoppo. Nel considerare la buona notizia del Vangelo comprendiamo come sia meglio che a mettere la parola Fine sia Gesù, come e quando vuole Lui. Infatti, al di là delle situazioni più disperate, c’è sempre una speranza e uno scopo nella vita! Mi incoraggia la storia di Jessica che da diversi anni serve Dio con suo marito e due figlie, una delle quali quest’anno si battezzerà! Questa è la sua testimonianza!

Sono Jessica, ho 44 anni e voglio raccontare in breve la mia storia. A 8 anni ho perso mio padre che era un tossicodipendente malato di AIDS. In quel periodo mia madre cominciò a frequentare la chiesa Evangelica grazie alla testimonianza di una sua amica del lavoro. Con mio fratello cominciammo a frequentare la chiesa e ad ascoltare le storie di Gesù. Gli anni passarono con l’aiuto di Dio, ma dopo 6 anni dalla morte di mio padre, anche mia madre ammalata della stessa malattia, lasciò me e mio fratello. A 14 anni io e 10 lui eccoci orfani a passare dalla casa degli zii alla casa dei nonni senza meta certa, in balìa degli avvenimenti. Il tempo passava, a 16 anni cominciai a fare le prime esperienze da adolescente senza controllo: discoteche, fumo, cattive compagnie, ma mi sentivo sempre sola. Arrivai al punto di chiedermi che cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto quello che mi succedeva. Andavo a letto chiedendo a Dio di non farmi più svegliare al mattino seguente, giravo in motorino con gli occhi chiusi sperando di andare a sbattere addosso a una macchina: ero esasperata, non ne potevo più di quella situazione. Io non lo sapevo, ma Dio era sempre accanto a me, non mi aveva mai lasciata, aveva dei piani per me. A 18 anni feci una richiesta di un lavoro al Signore… dopo mezz’ora la risposta arrivò. “Allora Dio esiste davvero”, pensai. Da quel momento ricominciai a frequentare la chiesa, a leggere la Bibbia. Dio mi parlava. Una sera, a una riunione di preghiera con i giovani, un fratello pregando per me mi disse che Dio mi avrebbe dato una vita felice. Io volevo questa felicità! Piano piano il mio cuore si aprì a Dio, lasciai a Lui la mia vita chiedendoGli di perdonarmi da ogni peccato. Gesù mi ha salvata! Ero certa della vita eterna, quello già mi bastava. Dopo qualche anno conobbi un giovane che è diventato mio marito. Ora siamo felicemente sposati da 23 anni e abbiamo due meravigliose figlie. Sono finalmente felice perché Dio mantiene sempre le Sue promesse. Ricorda che, anche se ti senti solo o abbandonato da tutti, c’è sempre una Persona accanto a te, è Gesù che ti ama e non ti abbandonerà mai, qualunque cosa tu abbia fatto. Lui non ti giudicherà, ma allargherà le braccia per accoglierti nel Suo amore infinito. Che cosa aspetti? Vieni a Lui!

Jessica

Cristiani Oggi – settembre 2025

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