La repressione delle Chiese Battiste in Russia prosegue

ROMA (NEV) – All’inizio di questo mese il Forum 18 News Service – organizzazione per i diritti umani che promuove la libertà religiosa con sede in Norvegia – ha riportato la notizia secondo cui i tribunali russi hanno vietato alle Chiese delle città di Timashyovsk, Armavir e Tuapse, nella regione meridionale di Krasnodar, affiliate al…

ROMA (NEV) – All’inizio di questo mese il Forum 18 News Service – organizzazione per i diritti umani che promuove la libertà religiosa con sede in Norvegia – ha riportato la notizia secondo cui i tribunali russi hanno vietato alle Chiese delle città di Timashyovsk, Armavir e Tuapse, nella regione meridionale di Krasnodar, affiliate al Consiglio delle Chiese Battiste, di operare. Secondo il rapporto, tali comunità possono continuare le loro attività solo se notificano formalmente la loro esistenza alle autorità, cosa che la denominazione si rifiuta di fare per principio.

Il Consiglio delle Chiese Battiste, nato durante l’era sovietica, sostiene che la registrazione costituisca un controllo statale sulla vita religiosa e non sia richiesta né dalla legge russa né dalla Costituzione. Secondo l’organizzazione International Christian Concern (ICC), organismo di controllo delle persecuzioni contro i cristiani con sede negli USA, quindi non esente da prevenzioni contro il regime russo, quando una Chiesa viene bandita da un ordine del tribunale, le è proibito riunirsi non solo nella sua sede abituale, ma in qualsiasi luogo all’interno della città o del distretto. «Il motivo per cui queste Chiese scelgono di non registrarsi risiede nel fatto che il Consiglio delle Chiese Battiste è stato istituito durante la Guerra Fredda per resistere al controllo sovietico sulle sue congregazioni, a differenza delle Chiese registrate, che erano strettamente controllate dallo Stato. Pur continuando le loro attività dopo la caduta dell’Unione Sovietica, le comunità del Consiglio si riuniscono solo in case private o su terreni privati», ha spiegato l’ICC.

Con questi divieti, il numero totale di congregazioni battiste del Consiglio delle Chiese a cui è vietato operare in Russia dall’inizio del 2024, sale a 10. La maggior parte dei procedimenti giudiziari si è verificata nella regione di Krasnodar, ma sentenze simili sono state emesse anche nelle regioni della Repubblica di Mari El, di Ul’janovsk, dell’Amur e dello Yamalo-Nenets. I pubblici ministeri spesso costruiscono casi accusando queste comunità di “attività missionaria illegale”, che viene considerata prova dell’esistenza di fatto di un gruppo in assenza di registrazione statale.

Il Consiglio delle Chiese Battiste afferma che l’obbligo di notificare alle autorità la propria esistenza contraddice le loro convinzioni religiose e viola il loro diritto costituzionale di riunirsi per il culto. Insistono sul fatto di essere cittadini privati ​​che si riuniscono per motivi religiosi, non un ente legale. Secondo gli avvocati che seguono i casi, la legge russa non definisce chiaramente cosa costituisca un gruppo religioso né quali violazione giustifichino un divieto. Una risoluzione della Corte Suprema russa del 2016 stabilisce che i divieti possono essere applicati in caso di violazioni gravi, ripetute o irreparabili. Tuttavia, i tribunali hanno ripetutamente stabilito che le Chiese non registrate possono riprendere l’attività se presentano la notifica richiesta: una condizione che i critici ritengono contraddire lo standard legale per i divieti.

Anche il governo russo ha preso in considerazione un inasprimento delle restrizioni. Secondo un dossier nazionale del 2024 redatto dall’organizzazione Open Doors International, la maggior parte dei russi appartiene alla Chiesa ortodossa russa, che ha un ruolo dominante nella società russa dal 988 d.C., mentre solo circa l’1,3% della popolazione russa è protestante. Un disegno di legge in discussione alla Duma potrebbe limitare ulteriormente il culto nelle case private, dove molte di queste comunità si riuniscono. Alcune Chiese hanno già perso tutti i ricorsi; finora una, a Kurganinsk, è stata fisicamente sigillata. Nonostante ciò, diverse congregazioni continuano a incontrarsi clandestinamente per il culto.

Risulta evidente la compiacenza del governo russo verso le richieste del Patriarcato di Mosca, che reclama libertà di culto all’estero ma lo tollera malvolentieri all’interno del proprio paese. Le autorità moscovite hanno già sciolto d’imperio varie confessioni religiose, ridenominate in maniera unilaterale “sette”, tra cui anche i Testimoni di Geova.

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