Non sprecare le opportunità

Stavamo gustando la nostra cena, un po’ prima del solito, in uno dei nostri ristoranti preferiti. Era uno di quei locali accoglienti gestiti da una …

Stavamo gustando la nostra cena, un po’ prima del solito, in uno dei nostri ristoranti preferiti. Era uno di quei locali accoglienti gestiti da una famiglia del posto, situato in una tranquilla cittadina del Sud, non troppo distante da casa nostra. Io e Nancy eravamo immersi in una piacevole conversazione sulla nostra giornata, quando la porta si aprì ed entrò un ragazzo di circa dodici anni, accompagnato da una donna anziana che, con tutta probabilità, era sua nonna. Era semplice intuire che si trattasse di un rituale di famiglia, un momento speciale condiviso settimanalmente in quel piccolo angolo di mondo.

Mentre aspettavamo i nostri hamburger, notai che il ragazzino stava usando lo smartphone. Nulla di strano per qualcuno della sua età, o per chiunque al giorno d’oggi, a dire il vero. La nonna sfogliò rapidamente il menù, chiese cosa desiderasse e ordinò anche per lui. Il ragazzo non staccò mai gli occhi dal telefono. Non l’ho mai visto distogliere lo sguardo da quel cellulare, neanche per un istante. Mentre aspettavano l’ordinazione, entrambi i pollici di quel ragazzo si muovevano freneticamente sullo schermo. Nel frattempo, la nonna si guardava intorno, come in cerca di qualcosa che potesse catturare la sua attenzione, mentre il ragazzo continuava a digitare. Non alzò mai lo sguardo. Neppure quando gli portarono l’ordinazione. A quel punto, passò da due mani sul telefono a una sola, usando l’altra per reggere l’hamburger. Non distolse mai lo sguardo da quel dispositivo per tutti i venti minuti che gli occorsero per divorare il panino. Una volta terminato il pasto, seguì la nonna fuori dal ristorante, ancora con lo sguardo incollato allo smartphone. Quella che avrebbe potuto essere un’esperienza di legame emotivo tra una nonna e suo nipote, si era trasformata in una cena vissuta in solitudine, seppure seduti allo stesso tavolo. Anziché far tesoro della saggezza della nonna, frutto di un’intera vita vissuta, quel ragazzo ha trascorso tutto il tempo su un dispositivo digitale. L’aspetto più sconfortante di questa scena è che tutti noi abbiamo visto o vissuto qualcosa di simile; eppure, non ci turba quanto dovrebbe. La consuetudine ha offuscato il nostro senso critico.

La tecnologia digitale è qui per restare. E non credo che, nei nostri giorni migliori, vorremmo che sparisse. Abbiamo sviluppato una grande familiarità con le tecnologie digitali e, in molti casi, ne siamo persino diventati dipendenti. Apprezziamo la velocità, l’efficienza e la connettività che offrono. Siamo arrivati a fidarci di un rapido messaggio di testo, di un’e-mail informativa o di un meme divertente sui social. Con la crescita continua dei cosiddetti “nativi digitali”, ossia le persone nate dopo il 1980 che hanno sempre avuto accesso a computer, notebook portatili, tablet, smartphone e qualsiasi altra novità sul mercato, l’adozione rapida di nuove tecnologie digitali continuerà a essere la normalità, non l’eccezione. Eppure, nonostante la vasta gamma di tecnologie di cui disponiamo, sembra che ci sia una diffusa ingenuità circa i loro effetti, specialmente per quanto riguarda l’impatto di quelle digitali.

I cristiani, come disse l’apostolo Paolo, sono chiamati a non conformarsi al mondo, ma a essere trasformati mediante il rinnovamento della mente: «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà» (Romani 12:1-2).

C. Ben Mitchell estratto da Come vivere in un mondo digitale? ADI Media

Come vivere in un mondo digitale? di C. Ben Mitchell Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia digitale è parte integrante della nostra quotidianità. Dallo studio al lavoro, dalle relazioni personali alla pratica della fede, siamo costantemente connessi. Ma quali sono le implicazioni di questa iperconnessione? Quali opportunità offre il mondo digitale e quali sfide pone ai cristiani di oggi? In Come vivere in un mondo digitale?, C. Ben Mitchell affronta con chiarezza e profondità biblica queste domande cruciali. Senza demonizzare la tecnologia né abbracciarla in modo acritico, l’autore invita a una riflessione consapevole su come vivere con saggezza nell’era digitale. Con un approccio accessibile e ricco di spunti pratici, questo libro aiuta i credenti a navigare il mondo digitale con discernimento, equilibrio e una fede ben radicata nelle Scritture. Parte della collana Domande per menti inquiete, curata da D. A. Carson, questo volume è una guida essenziale per chiunque voglia comprendere meglio l’impatto della tecnologia sulla propria vita e rispondere con una prospettiva cristiana alle sfide del nostro tempo.

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Cristiani Oggi – novembre 2025

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