Pietre miliari

Metti delle pietre miliari, fatti dei pali indicatori, poni ben mente alla strada, alla via che hai seguito. Ritorna, vergine d’Israele, torna a queste città che sono tue! (Geremia 31:21)

Metti delle pietre miliari, fatti dei pali indicatori, poni ben mente alla strada, alla via che hai seguito. Ritorna, vergine d’Israele, torna a queste città che sono tue! (Geremia 31:21)

Il testo biblico fa riferimento al viaggio dei deportati d’Israele mentre si dirigevano verso Babilonia. Dio invita a portare con sé dei pali indicatori, delle pietre miliari da collocare lungo la strada per il tempo in cui sarebbero ritornati. Questi pali indicatori sarebbero diventati importanti per ritrovare la strada. Al tempo dei romani, le pietre miliari erano segnali posti lungo le strade che collegavano le città dell’impero alla città di Roma. Esse indicavano la distanza da Roma in miglia, da qui il termine “miliari”. Ogni credente, per non smarrirsi e non dimenticare la strada percorsa, dovrebbe collocare, nel cammino della vita, delle pietre miliari, dei pali indicatori, dei punti di riferimento. Si tratta di segnali importanti: eventi, esperienze, persone che hanno contrassegnato la vita. Questi possono essere il giorno del matrimonio, della nascita di un figlio o un lutto. Soprattutto, la pietra miliare che segna il giorno in cui si è accettato Gesù come Salvatore personale, così come il giorno in cui il Signore ha operato il battesimo nello Spirito Santo. A questi si possono aggiungere il monitore o la monitrice della Scuola Domenicale, oppure un pastore che ha lasciato un segno nella vita: vere pietre miliari! Sono i punti in cui Dio ha segnato la nostra storia personale. Questo vale anche per la vita comunitaria. Si ricordano gli inizi con le riunioni nelle case, poi i primi passi, i locali di culto, le persecuzioni, i periodi di gloria come quelli di decadenza: tutte pietre miliari, punti di riferimento che ogni comunità può elencare, veri pali indicatori della propria storia. La Bibbia ci presenta pietre miliari che hanno guidato il popolo di Dio, consideriamone alcune.

IL RICORDO DI UN “INCONTRO” STRAORDINARIO. Una pietra miliare si trova in Genesi 28, dove è narrata la storia di Giacobbe, che scappa perché il fratello vuole ucciderlo. Mentre si ferma per riposare, ha un sogno straordinario in cui vede una scala che parte dalla terra e arriva fino al cielo. Dio gli si rivela e gli parla. Quando Giacobbe si sveglia, si accorge che questa esperienza è più che un sogno: “Appena Giacobbe si svegliò dal suo sonno, disse: “Certo, l’Eterno è in questo luogo e io non lo sapevo!”; ebbe paura, e disse: “Com’è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!”.  Allora Giacobbe si alzò la mattina di buon’ora, prese la pietra che aveva posta come suo capezzale, la eresse come pietra commemorativa e vi versò dell’olio sulla cima.  E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora, il nome della città era Luz. Poi Giacobbe fece un voto, dicendo: “Se Dio è con me, se mi guarda durante questo viaggio che faccio, se mi dà pane da mangiare e vesti per coprirmi, e se ritorno sano e salvo a casa di mio padre, l’Eterno sarà il mio Dio; e questa pietra che ho eretta come monumento, sarà la casa di Dio””. Betel diventa così il luogo del primo incontro e della prima promessa: un riferimento irrinunciabile per tutta la vita di Giacobbe. Al suo ritorno verso la sua terra, lui si fermerà a Betel, dove aveva posto una pietra miliare che gli avrebbe ricordato l’incontro con il Dio che va incontro al peccatore, gli si rivela, lo rassicura e gli rinnova il Suo patto. Betel rimarrà una pietra miliare nella storia di Giacobbe e se ne parla ancora ai nostri giorni.

IL RICORDO DI UNA PROMESSA MANTENUTA. Pietre miliari importanti le troviamo in Giosuè 4. Se per liberare Israele dall’Egitto Dio aveva aperto il Mar Rosso, per favorire l’ingresso del Suo popolo nella terra promessa Dio aprì le acque del fiume Giordano, e ancora una volta Israele passò all’asciutto. È scritto: “Giosuè chiamò i dodici uomini che aveva designato tra i figli d’Israele, un uomo per tribù, e disse loro: ‘Passate davanti all’arca dell’Eterno, del vostro Dio, in mezzo al Giordano, e ognuno di voi porti in spalla una pietra… Quando, in avvenire, i vostri figli vi domanderanno: “Che significano per voi queste pietre?”, voi risponderete: “Le acque del Giordano furono tagliate davanti all’arca del patto dell’Eterno… e queste pietre sono per i figli d’Israele un ricordo per sempre”. I figli d’Israele fecero dunque come Giosuè aveva ordinato'”. Se per Giacobbe la pietra miliare doveva ricordare che c’è un Dio che lo cercava e lo voleva salvare, le pietre miliari di Giosuè ci dicono che c’è un Dio che libera e fa posare i piedi al sicuro, in terra asciutta.

IL RICORDO DI UNA RIVELAZIONE IRRINUNCIABILE. Alla fine del libro (Giosuè 24:26-27) troviamo un’altra pietra miliare, un monumento che testimonia l’importanza della legge di Dio. L’ubbidienza alla Parola del Signore è il segno distintivo del popolo evangelico: “Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte…”. La Bibbia sia una pietra miliare della vita della Chiesa del Signore: essa indica quel “confine antico” che non va visto come un limite che restringe, ma come un dono che ne orienta l’identità e la missione, diventando garanzia della sua sicurezza, dell’efficacia della sua testimonianza e della sua gloria futura.

IL RICORDO DELLE LIBERAZIONI DIVINE. In 1 Samuele 7:12 leggiamo: “Samuele prese una pietra, la pose tra Mispa e Sen e la chiamò Eben-Ezer, dicendo: ‘Fin qui l’Eterno ci ha soccorso’.” La pietra miliare chiamata Eben-Ezer ci ricorda che, se siamo arrivati sin qui, è per la fedeltà di Dio, perché Lui ci ha aiutato, soccorso e sostenuto. Essa non celebra solo la liberazione dall’umiliazione, ma ci ricorda anche “il grande valore del ravvedimento, la necessità di un mediatore e l’indispensabilità di un sacrificio”. Nel ministero e nell’intercessione di Samuele possiamo vedere una figura vivida dell’opera perfetta di Cristo, che anticipa il Suo ruolo di mediatore tra Dio e l’umanità. Eben-Ezer, dunque, che significa: “Se siamo arrivati fino a qui, è perché il Signore ci ha soccorso”, non è solo un ricordo e non può diventare la nostra “residenza”, ma diventa un “monumento permanente alla fedeltà di Dio”, una memoria che rafforza la fede nelle prove future.

CRISTO, LA PIETRA ANGOLARE. Tuttavia, la pietra miliare per eccellenza, quella che indica la via da percorrere, che permette di poter tornare indietro e ritrovare il cammino, che segna ancora oggi le tappe della Chiesa, che dà le giuste direttive e mostra come affrontare le sfide del nostro tempo e delle nostre generazioni, è il Signore Gesù Cristo! Egli è la pietra miliare per eccellenza; l’unica pietra che è stata rigettata dagli uomini: “È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto” (Giovanni 1:11). Alla croce Gesù Cristo è stato rigettato da tutti, ma quella pietra è diventata la Pietra Angolare, perché il terzo giorno è risuscitato. Il nostro Salvatore è la pietra miliare, il fondamento della Sua Chiesa: “Simon Pietro, rispondendo, disse: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Gesù, replicando, gli disse: “Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io altresì ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere” (Matteo 16:16-18). Lui, pietra miliare per eccellenza, permette ai credenti di essere, a loro volta, pietre miliari, punti di riferimento nella nostra società: “Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini ma, davanti a Dio, scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati qual casa spirituale, per essere un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Poiché si legge nella Scrittura: “Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, eletta, preziosa; e chiunque crede in lui non sarà confuso”. Per voi dunque che credete essa è preziosa; ma per gli increduli: “la pietra che gli edificatori hanno rigettata è quella che è diventata la pietra angolare, e una pietra d’inciampo e un sasso d’intoppo”” (I Pietro 2:4-8).

EBEN-EZER ANCHE NEL FUTURO: L’ETERNO CI SOCCORRERÀ. Mentre ci avviciniamo alla fine di quest’anno e volgiamo lo sguardo indietro, anche noi possiamo dire con gratitudine: “Fin qui l’Eterno ci ha soccorso.” Ogni giorno, ogni prova superata, ogni consolazione ricevuta, ogni porta aperta, ogni lacrima asciugata… sono testimonianza della fedeltà di Dio che c’incoraggiano a proseguire e che lasciano alle nostre spalle delle pietre miliari in grado di ricordarci che Lui non viene mai meno. E mentre ci prepariamo a entrare nel nuovo anno, possiamo farlo con la stessa certezza: se il Signore ci ha soccorso fin qui, ci accompagnerà anche oltre. Colui che è stato il nostro aiuto resterà la nostra guida fino alla fine.

Gaetano Montante

Risveglio Pentecostale – dicembre 2025

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