Unità visibile a 1700 anni da Nicea. In Egitto la Conferenza mondiale Fede e Costituzione

Roma (NEV), 24 ottobre 2025 – È uno dei momenti ecumenici più significativi dell’anno, insieme alla nuova Charta Oecumenica che sarà firmata a Roma il prossimo 5 novembre. Sempre più spesso le Chiese cristiane – cattoliche, ortodosse e protestanti – scelgono di camminare insieme, con iniziative comuni che consolidano un percorso dalle radici profonde. In […]

Roma (NEV), 24 ottobre 2025 – È uno dei momenti ecumenici più significativi dell’anno, insieme alla nuova Charta Oecumenica che sarà firmata a Roma il prossimo 5 novembre. Sempre più spesso le Chiese cristiane – cattoliche, ortodosse e protestanti – scelgono di camminare insieme, con iniziative comuni che consolidano un percorso dalle radici profonde. In questo orizzonte si colloca anche la VI Conferenza mondiale su Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), in programma da oggi fino al 28 ottobre presso il Centro papale Logos di Wadi El Natrun, in Egitto.

SCHEDA. Il Concilio di Nicea

L’incontro – ospitato su invito di papa Tawadros II – rappresenta l’evento centrale delle celebrazioni per i 1700 anni dal Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico della cristianità.

Come ha ricordato il CEC, la Conferenza si svolgerà attorno alla domanda che dà il titolo ai lavori: “Dove ora l’unità visibile?”. Il tema richiama la vocazione originaria del movimento ecumenico: tendere a una comunione più piena, anche laddove restano differenze dottrinali, liturgiche e disciplinari.

Scrive il Consiglio ecumenico: «La Sesta Conferenza mondiale sarà il fulcro delle attività del CEC per celebrare il 1700° anniversario del Concilio di Nicea», e offrirà l’occasione per riflettere «sull’affermazione della fede nel Credo di Nicea e sulle implicazioni che ciò ha per la testimonianza e il servizio comuni delle Chiese». Il legame con l’Egitto non è solo simbolico: Alessandria ebbe un ruolo cruciale nei dibattiti che portarono al concilio del 325, e il deserto del Wadi El Natrun custodisce ancora oggi una delle memorie monastiche più antiche del cristianesimo, il Monastero di San Bishoy.

La Commissione Fede e Costituzione, nella sua essenza multilaterale unica nel suo genere, riunisce le principali tradizioni cristiane.

Le sue radici risalgono al 1910. È incaricata di studiare le questioni dottrinali e di ministero nella prospettiva dell’unità. Dopo le Conferenze del 1927, 1937, 1963, 1971 e 1993, quella di Wadi El Natrun arriva a più di trent’anni dall’ultima tappa, a Santiago de Compostela.

Oggi il lavoro teologico si intreccia con le sfide globali: crisi climatica, guerre, fragilità economiche e sociali. Per questo la riflessione si accompagna al coinvolgimento di una nuova generazione di teologi e teologhe, grazie anche al Global Ecumenical Theological Institute (GETI). Come ha dichiarato il direttore della Commissione, Andrej Jeftić, la Conferenza rappresenta «una pietra miliare nel cammino verso l’unità della Chiesa».


Leggi anche: Sixth World Conference on Faith and Order set for October: “Where now for visible unity?” | World Council of Churches

Il testo definitivo è frutto della revisione, dell’integrazione e della verifica dell’autore. Per la sintesi della notizia è stato utilizzato il supporto di GPT-5 (ChatGPT), uno strumento di intelligenza artificiale impiegato per ottimizzare il lavoro redazionale. 
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