“Metodismo euromed”. Dialoghi per aprire  la fortezza Europa

Roma (NEV), 18 novembre 2025 – Un ponte ecumenico tra il Sud Europa e il Mediterraneo: questo il tema al centro dell’incontro svoltosi il 7 novembre a Zurigo, tra il presidente dell’Opera per le chiese Metodiste in talia, pastore Luca Anziani e Stefan E. Zürcher, vescovo della United Methodist Church (UMC), responsabile per il Centro-Sud […]

Roma (NEV), 18 novembre 2025 – Un ponte ecumenico tra il Sud Europa e il Mediterraneo: questo il tema al centro dell’incontro svoltosi il 7 novembre a Zurigo, tra il presidente dell’Opera per le chiese Metodiste in talia, pastore Luca Anziani e Stefan E. Zürcher, vescovo della United Methodist Church (UMC), responsabile per il Centro-Sud Europa e il Nord Africa.

“Piccole chiese metodiste sono presenti in Serbia, Croazia, Albania, Macedonia, Algeria, Tunisia, Spagna e Portogallo – ha dichiarato il pastore Anziani a conclusione dell’incontro – e costituiscono una diaspora evangelica che deve affrontare problemi che hanno rilievo anche in Italia, a iniziare da quello di un’ Unione Europea sempre più chiusa in sé stessa, sempre più ‘fortezza Europa’ che non dialoga con i paesi che che la circondano a sud e a est”.

Le migrazioni globali, ma anche il dialogo interreligioso e i rapporti con l’unione, sono molto  rilevanti per queste chiese “che per varie ragioni hanno sofferto l’isolamento e hanno subito varie restrizioni della loro libertà di religione – afferma il vescovo Zürcher – e l’ idea di individuare un forum in cui incontrarsi e discutere, soprattutto tra giovani, nel quadro di un approfondimento delle relazioni tra le chiese metodista nell’area euromediterranea ci pare molto valida e da perseguire”.

La UMC esce da un periodo difficile, caratterizzato dallo scisma provocato da una componente conservatrice della grande denominazione americana che contava otto milioni di membri. In contrapposizione alle posizioni della UMC su temi come il riconoscimento delle coppie gay, la legislazione sull’aborto, le Migrazioni globali e più in generale l’impegno sociale della Chiesa, si è così costituita la Global Methodist Church, che ha raccolto molte adesioni nell’est Europa e in Africa. E’ quindi importante che la maggioranza delle chiese del bacino euromed siano rimaste fedeli alla vecchia denominazione e alla sua linea di testimonianza e impegno sociale. L’ipotesi di lavoro è dunque quella di costituire una comunione di riflessione e di confronti tra queste chiese nel quadro delle sfide delle relazioni nel Mediterraneo.

L’incontro si è concluso con il reciproco impegno a verificare questa ipotesi di lavoro che potrebbe avere il centro di Ecumene come sede del primo incontro nel corso del prossimo anno.

La visita a Zurigo è stata anche l’occasione per presentare il volume Metodisti in Italia, Claudiana 2025, presso la chiesa di lingua italiana. “Vi è un fatto storico interressante che avvicina il Metodismo italiano a quello svizzero – ha commentato Paolo Naso che ha contribuito alla cura del volume e lo ha presentato insieme ad Anziani – in tutti e due i casi, infatti, figura chiave é stato il vescovo metodista americano William Burt, che aveva una visione europea e mediterranea della missione”. Alla figura di Burt è dedicato il convegno del Centro di Documentazione Metodista, che si svolge oggi, 18 novembre, presso l’Università La Sapienza di Roma.

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