Carlo Verdone: la mia fede tra dubbi e gratitudine

Il Corriere riporta un’intervista pubblica in cui, dal palco della Milanesiana, Carlo…

Il Corriere riporta un’intervista pubblica in cui, dal palco della Milanesiana, Carlo Verdone riflette su fede e spiritualità. Un risvolto forse inaspettato – ma nei suoi film, per chi sa guardare, non mancano indizi – e profondo, lontano dalla cornice comica in cui siamo abituati a collocare l’attore.

Verdone comincia con il definire la fotografia, sua nuova passione, “preghiera senza parole” perché «l’artefice di quegli scatti non sono io: sono i colori che dà il Padre Eterno. […] Io quando fotografo ringrazio il Padre Eterno di quello che mi sta dando, che sia un nubifragio coi fulmini e la tempesta o che sia un tramonto struggente».

Ma non è solo questione di passioni, il pensiero di Verdone va più in profondità sul suo modo di intendere il rapporto con Dio: «Io la fede la perdo e la riconquisto», spiega. «Mi sforzo di credere e finirò per morire credente, però in tanti momenti sono pieno di dubbi, mi ricordo qualche riflessione di Baruch Spinoza che mi mette in difficoltà. Per lui, Dio è la natura e, anche noi, essendo natura, siamo Dio. Quindi Dio non s’interessa di noi, non fa miracoli, non fa niente, perché siamo già noi parte di lui. Ma nel pensiero di Spinoza non c’è la distinzione tra il bene e il male. Che io, invece, sento moltissimo e riesco a trovarla soltanto attraverso le parole del Vangelo. Posso entrare in crisi mille volte, però poi, alla fine, nel Vangelo c’è tutto».

foto: corriere.it

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