La fine degli intermediari

La complessità del mondo ha reso necessarie figure sociali e ...

La complessità del mondo ha reso necessarie figure sociali e professionali che facessero da tramite tra la base popolare e l’accesso a funzioni, informazioni e situazioni di difficile portata; queste figure comunemente vengono definite “intermediari”. Gli ambiti di maggiore diffusione degli intermediari li ritroviamo in settori ad alto tasso di conoscenza tecnologica ed epistemica: commercianti, giornalisti, avvocati, ingegneri, sacerdoti, partiti politici, idraulici, elettricisti e fiscalisti ne sono gli esempi più comuni e conosciuti; senza di loro probabilmente il mondo sarebbe un posto più caotico, confuso e regredito. Il sapere e la conoscenza hanno generato e generano “intermediari”.

Con l’avvento di Internet assistiamo a un processo di “disintermediazione”, che ha fatto saltare dalla poltrona persone che pensavano di esercitare una qualche funzione anche di potere nella società. La stringa di Google prima e i programmi di IA come ChatGPT, stanno mettendo alla porta molti intermediari tradizionali a vantaggio della connessione diretta tra soggetti fruitori/consumatori e soggetti produttori di qualsiasi cosa di materiale o immateriale si possa produrre.

Pochi ci pensano, ma il più importante processo di disintermediazione è stato avviato da Dio stesso nel corso dei secoli. I sacerdoti, uomini costituiti da Dio stesso per l’esercizio delle funzioni di culto nell’Antico Testamento, sono stati resi non più necessari con la morte di Cristo sulla croce: “Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne” (Ebrei 10:19,20).

Per andare a Dio possiamo presentarci dunque faccia a faccia, per mezzo del sangue di Gesù (solo e unico intermediario), e chiamarlo “Abba-Padre” (cfr. Romani 8:15); quale immensa libertà abbiamo! Facciamone dunque grande stima perché con le libertà che ci vengono concesse da Dio ne abbiamo anche un corrispettivo carico di responsabilità.

Essere sacerdoti di Dio non per elezione, ma per grazia, ci spinge a vivere una vita santa e dedicata, come dovevano esserlo i sacerdoti preposti da Dio nel servizio del tabernacolo prima e del tempio poi.

Disintermediazione e liberalizzazione sono due processi che Dio ha portato avanti e completato. Che dire del dialogo tra Gesù e la donna samaritana, quando Egli le disse: “Donna, credimi; l’ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori” (Giovanni 4:21-23). Da lì a poco, con la morte di Gesù, non sarebbe stato più necessario un luogo fisico “obbligato” per l’adorazione a Dio, ma attraverso il corpo di Cristo Gesù tutto sarebbe stato reso semplice e accessibile a tutti.

Un giorno un generale siriano di nome Naaman, gravemente malato di lebbra, si recò al fiume Giordano perché seppe che solo il profeta di Israele, poteva guarirlo. Il generale andò, ma il profeta Eliseo non si presentò al fiume e diede disposizioni al generale che vi si tuffasse sette volte. Per questa cosa il generale ne fu gravemente irritato: “Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: «Ecco, io pensavo: egli uscirà senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome del Signore, del suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso.»” (2 Re 5:11). Naaman era certo che Eliseo avrebbe fatto da intermediario! Non sapeva che con il Dio vivente il rapporto è personale e diretto e non servono intermediari umani di alcun tipo! Chi si affida al Signore deve sapere che tutto è semplice, accessibile e che non servono formule particolari: “Ora senza fede è impossibile piacergli, poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.” (Ebrei 11:6).

In Cristo Gesù non siamo dunque più uomini e donne schiavi, sottoposti alla volontà del peccato o di altri uomini, ma siamo liberi e indipendenti, perfettamente coscienti e conoscenti del mondo spirituale che ci circonda; siamo persone “disintermediate” con accesso diretto a Dio e ai suoi tesori, in vista di goderlo per tutta l’eternità: “e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A lui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti al suo Dio e Padre, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (Apocalisse 1:5,6).

Francesco Piazza

in collaborazione con il gruppo Svolta

Cristiani Oggi – ottobre 2025

Foto: Gemini adapt

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