Petizione online per il rilascio del pastore Jin “Ezra” Mingri
by Redazione
Cristiani da 45 Paesi sostengono la liberazione del fondatore della Zion Church e di altri leader arrestati, e prendono posizione in favore della chiesa perseguitata in Cina
Più di 500 leader e membri di chiese provenienti da 45 Paesi, molti dei quali con stretti legami con la Cina, hanno firmato una petizione online in solidarietà con i leader della Zion Church, incluso il suo fondatore, pastore Jin “Ezra” Mingri, arrestati lo scorso ottobre.
Tra i Paesi rappresentati ci sono l’Argentina, il Brasile, il Sudafrica e l’India: nazioni che fanno parte dell’iniziativa Belt and Road (BRI) – la strategia cinese di investire in infrastrutture nel mondo – oppure del blocco dei BRICS, che include la Cina. Secondo Bill Drexel, ricercatore dell’Hudson Institute e genero del pastore Ezra, è la prima volta che cristiani di tutto il mondo intervengono insieme per la chiesa perseguitata in Cina basandosi proprio sui legami internazionali.
La petizione – scritta e diffusa dalla famiglia del pastore Ezra – invita i leader cinesi a «riconoscere che la libertà religiosa rafforza, e non minaccia, le nazioni», chiede il rilascio immediato di Jin e degli altri leader, e auspica «un futuro in cui i cristiani in Cina possano adorare liberamente, servire apertamente le loro comunità e vivere la loro fede senza paura».
Mercoledì della scorsa settimana, il Senato degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione bipartisan che condanna il Partito Comunista Cinese per gli arresti e chiede il rilascio dei leader della chiesa. Sempre nella settimana, le autorità cinesi hanno rilasciato su cauzione quattro dirigenti della Chiesa di Sion; almeno 18 persone restano ancora detenute in prigioni a Beihai, in Cina. Si prevede che la prossima settimana subiranno una sentenza formale.
Secondo Sean Long, pastore ad interim della Zion Church, la maggior parte dei leader arrestati ha accesso a un avvocato. Quanto al pastore Ezra, «sta abbastanza bene fisicamente, spiritualmente e mentalmente.” Il 19 ottobre il fondatore della Zion Church ha scritto una lettera dalla prigione per incoraggiare la chiesa: «Non preoccupatevi per me, trovo grande consolazione nel poter sopportare questa piccola sofferenza per il Vangelo».
Drexel sottolinea che l’obiettivo della petizione è mostrare al governo cinese che non è solo la chiesa americana a preoccuparsi, ma la chiesa globale. Molti dei Paesi coinvolti nelle iniziative BRI o BRICS hanno una popolazione evangelica più ampia (e in crescita), specialmente nel Sud del mondo. I leader delle chiese in questi Paesi intendono continuare a fare pressione in modi diversi.
La Zion Church continua a incontrarsi ogni domenica: proseguono le predicazioni su piattaforma Zoom e le riunioni in presenza tra 5 e 50 persone in case o ristoranti. Tuttavia, l’unità è difficile da mantenere, spiega il pastore Long, perché la chiesa è presente in circa 40 città cinesi e alcuni pastori, come lui, vivono all’estero. Sotto la forte pressione degli arresti recenti, sono emersi conflitti tra membri: alcuni, per paura di essere associati a una chiesa sotto il mirino del governo, hanno lasciato la comunità. Nonostante ciò, nuovi credenti si uniscono alle riunioni e ricevono il battesimo.
In Cina, molte “house church” (chiese domestiche) si confrontano su come rispondere ai rastrellamenti governativi: da una parte vogliono condannare gli arresti del pastore Ezra e degli altri leader, ma dall’altra temono che dichiararsi possa attirare una nuova ondata di repressione. Con l’aumento della persecuzione, un numero crescente di membri e pastori di chiese domestiche sta valutando di trasferirsi all’estero per poter professare la propria fede liberamente e dare ai loro figli un’educazione cristiana. Secondo alcuni leader, questi spostamenti internazionali possono anche rappresentare un’opportunità per diffondere il Vangelo nei luoghi dove si stabiliranno.
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